L’Arte di realizzare un sogno: ecco come facevano i surrealisti

Come si realizza un sogno?

surrealismo
Gruppo surrealista

A partire dal 1924 ci ha provato (e ci è riuscito!) un gruppo di artisti che ha aderito al Surrealismo, una corrente artistica fondata dal poeta André Breton. La missione da compiere era chiara a tutti i partecipanti del movimento: dipingere il sogno su tela, carta o qualsiasi altro materiale ed elevarlo al rango di opera d’arte. Loro erano, per l’appunto, surrealisti.
I bizzarri dipinti di Salvador Dalí, le assurde ambientazioni di René Magritte, le disgregazioni cromatiche di Joan Miró, sono solo gli esempi più noti sfornati dalla fucina onirica e creativa nata in quel periodo.

Per quanto mi riguarda, penso che la tecnica più riuscita dei surrealisti per la riproduzione materica di un sogno sia l’invenzione di un gioco a dir poco geniale che si chiama “Cadavere Squisito”.

Scritto così sembra una cosa macabra, ma se hai la pazienza di leggere il post scoprirai che si tratta di una cosa divertente e ti svelerò il perché di questo nome così funesto.

Come si gioca al “Cadavere Squisito”?

Si sa che lo sviluppo dei sogni avviene in modo casuale; almeno in apparenza.
Ebbene l’obiettivo del “Cadavere Squisito” consiste nel riprodurre un sogno su carta, usando proprio il “caso” per la costruzione della trama e i colori come veicolo di riproduzione: che siano pastelli, gessetti o inchiostri, è indifferente.

Si gioca in gruppo: un foglio di carta viene piegato tante volte quanto il numero di partecipanti.
Il primo partecipante disegna qualcosa (suggerito dal caso) sul primo lembo di foglio piegato, poi il foglio passa al secondo partecipante che continua il disegno su un altro lembo (sempre suggerito dal caso e ignaro del disegno precedente) e così via tutti gli altri. Alla fine, quando viene dispiegato il foglio… si apre il capolavoro. Diverse riproduzioni casuali hanno realizzato un unico sogno materializzato in opera d’arte.
Se hai la possibilità di provarlo a casa con amici o parenti, gioca con loro: vi divertirete!

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Paesaggio, Cadavere Squisito realizzato da Valentine Hugo, André Breton, Tristan Tzara, Greta Knutson. I diritti dell’immagine appartengono al MOMA.

Cosa ci insegna questa tecnica-gioco?

Il “Cadavere Squisito” ha creato un connubio tra Arte e Gioco con la facoltà di materializzare davvero un sogno e personalmente l’ho assunto come paradigma delle mie ambizioni, anche quelle più folli. Da questa tecnica-gioco infatti ho imparato due assiomi:

  1. Con gli strumenti giusti tutto è possibile. I sogni si realizzano se ci si “attrezza” adeguatamente, focalizzando gli obiettivi e operando i giusti compromessi. Il che significa pure inventarsi nuove tecniche partendo da risorse preesistenti (colori e fogli nel caso dei surrealisti).

  2. Saper incanalare il “caso” in modo creativo è un punto di forza. Nella vita, gli eventi si sviluppano un po’ come la sequenza di un sogno: si succedono in modo casuale, prescindendo da qualsiasi previsione, eppure un uso intelligente della creatività li può girare a nostro favore; inoltre il gioco di squadra aiuta parecchio. L’alleanza tra i surrealisti lo prova.


E, posso dire con convinzione, che questi assiomi sono due tecniche fondamentali dell’Arte di realizzare i sogni, applicabili in tutti i settori della vita. Quindi, rammentare le regole del “Cadavere Squisito”, può rivelarsi un ottimo esercizio per praticare i propri sogni.

Perché si chiama “Cadavere Squisito”?

Ah, se ti stai chiedendo perché? questa tecnica abbia un nome così macabro, te lo spiego subito.

Tutto nasce prima in poesia. Le parole “Cadavere” e “Squisito” da cui deriva la denominazione del gioco, furono le prime ad apparire in questo scambio di associazioni “a caso”, con la medesima tecnica applicata però alla scrittura creativa. Poi la cosa è “sfuggita di mano” e il gioco approda (per fortuna!) in pittura, producendo opere simili al capolavoro mostrato in foto.

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