L’uomo, il drago e il miele: racconto del Portale della Vita

Ti arrampichi sui rami di un albero, ignori che alla base del tronco ci sia un terribile drago sputa fuoco, affamato, pronto a cuocerti a puntino. Come se non bastasse, ci trascorri giorno e notte, mentre le radici di quell’albero sono rosicchiate da due roditori, grossi come lupi. Sei in trappola. Eppure resti lì, con il pericolo che incombe a pochi metri sotto di te.
Perché corri un rischio del genere?
Per trangugiare miele, ovvio.

Lunetta raffigurante “La Leggenda di Barlaam” sul Portale della Vita, Battistero di San Giovanni, Parma. Immagine tratta dal libro “Benedetto Antelami e il Battistero di Parma” a cura di Chiara Frugoni.

Questa storia è La Leggenda di Barlaam raccontata nella lunetta del Portale della Vita del Battistero di Parma.
L’obiettivo del portale è quello di mettere in guardia il buon cristiano dai piaceri effimeri della vita. In realtà questa è solo una delle letture che offre la lunetta. Benedetto Antelami, che è stato il capo cantiere e realizzatore delle sculture del Battistero, amava giocare con le ambiguità dei significati.
Per tanto ha sfruttato il monito del portale per raccontare il rapporto dell’uomo con la vita.
Le vicende del protagonista riguardano noi: vogliamo goderci il presente, cercandolo anche nelle situazioni più precarie, perché è nella nostra condizione di essere umani, seppure fallibili, la volontà di assaporare ogni prezioso istante di vita.
La straordinarietà dell’operazione compiuta da Antelami consiste nel rappresentare un’arte a misura d’uomo.
Ponendo l’umanità  al centro del racconto e al centro dell’attenzione, il lungimirante Antelami aveva insinuato il germe del Rinascimento ben trecento anni prima del suo avvento.

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